Nei soggetti autistici, l’apprendimento di regole non avviene in una maniera spontanea. Sequenze semplici di comportamento possono essere mostrate attraverso disegni o fotografie. Questi strumenti possono essere maggiormente d’aiuto al bambino rispetto a delle spiegazioni verbali.
Per aiutare i soggetti autistici, alcuni professionisti propongono le storie sociali, brevi testi che descrivono cosa accade ed i comportamenti attesi. Di seguito è riportata una breve “storia sociale” sull’interazione tra pari.
Grazie a questi strumenti, le persone con autismo vengono aiutate, ma non accadono miracoli! Aiuti di questo genere sono un sostegno, non uno strumento per spingerli a fare cose di cui hanno così tanto timore da reputarle impossibili!
Le persone con autismo seguono le regole rigorosamente e letteralmente, tuttavia tendono a legarle ad un determinato contesto ed hanno difficoltà a generalizzarle. Se hanno imparato come stare a tavola dentro casa, non significa che lo faranno anche altrove.
Emblematico è l’esempio fornito da Donna Williams:
“Quando riuscivo a coglierlo come qualcosa di più di semplici parole, il significato di quello che le persone mi dicevano lo intendevo sempre valido solo in quel momento o in quella situazione particolare. Una volta, durante una gita scolastica, dopo che fui sgridata severamente per aver scritto graffiti sul palazzo del Parlamento, dissi che non l’avrei fatto mai più. Ma dieci minuti dopo mi beccarono di nuovo mentre facevo diversi tipi di graffiti sul muro della scuola. Non è che non volessi ignorare quello che mi avevano detto né volevo fare la spiritosa. È che avevo fatto esattamente la stessa cosa di prima,
il mio comportamento sconcertava gli altri. Ma anche il loro sconcertava me.” (D. Williams 1996).